Femminismi queer transnazionali

 19.00

a cura di Paola Bacchetta e Laura Fantone

pp. 221
Anno 2023 (settembre)
ISBN 9788869482656

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Descrizione

Paola Bacchetta e Laura Fantone (a cura di)
Femminismi queer trasnazionali
Critiche post e decoloniali all’omofobia, all’islamofobia e all’omonazionalismo

Questo volume propone alcuni importanti contributi di un femminismo transnazionale che dagli anni Novanta cerca di spostare il baricentro delle questioni di genere oltre l’occidente bianco, radicando la propria riflessione e la propria pratica a un contesto postcoloniale. Essi rappresentano un forte e articolato punto di vista critico nei confronti dell’omofobia e dell’islamofobia, nonché del paradigma eteronormativo e nazionalista che si sta diffondendo in varie forme in Europa, negli Stati Uniti e in India. Uno dei tanti elementi che sicuramente li accomuna è il loro approccio analitico, dal quale emerge chiaramente una dimensione di genere della xenofobia e dell’islamofobia, ma anche una argomentata contestazione all’idea che la tolleranza progressista per le minoranze sessuali vada sempre di pari passo con la condanna dell’Islam come alterità puramente maschile e oppressiva del femminile. Questa confusione ideologica, qui definita “islamofobia progressista”, viene fortemente problematizzata da analisi complesse, che si oppongono energicamente al dualismo Occidente progressista/altrove oppressivo e omofobo.
Come evitare che i discorsi sulle identità sessuali e di genere finiscano col fornire un sostegno, benché involontario, all’islamofobia, terreno scivoloso in cui il femminismo occidentale egemonico può trovarsi invischiato? I saggi qui proposti offrono alcune risposte e un contributo teorico e metodologico utili anche nel contesto italiano.

Contributi di Jacqui M. Alexander, Paola Bacchetta, Inderpal Grewal, Caren Kaplan, Jin Haritaworn, Jasbir K. Puar, Amit Rai, Trinh T. Minh-ha, Ella Shohat

Paola Bacchetta è Professore di Gender and Women’s Studies all’Università di Berkeley. Co-coordinatrice della rete Decolonizing Sexualities. Si occupa di studi postcoloniali e queer, di razzismo in chiave comparativa e di movimenti LGBTQ.
Laura Fantone è docente esterna al California Institute for Integral Studies, dottorato in Anthropology and Social Change, e all’Università di Berkeley. È fondatrice dell’associazione italiana Precart. Si occupa di migrazioni e rifugiati, gender, etnografia e partecipazione politica delle minoranze.

RASSEGNA STAMPA

il manifesto – 15 aprile 2016

Sconfinamenti e intersezioni
SAGGI. «Femminismi queer postcoloniali», un volume collettivo a cura di Paola Bacchetta e Laura Fantone per Ombre corte
di Alessandra Pigliaru

Basterebbe menzionare per intero il titolo per comprendere le intenzioni di Paola Bacchetta e Laura Fantone che hanno curato il volume Femminismi queer postcoloniali. Critiche transnazionali all’omofobia, all’islamofobia e all’omonazionalismo (Ombre corte, pp. 214, euro 19). Già nella prefazione di Fantone, situata, personale e ricca di spunti bibliografici rigorosi, emerge l’esperienza della ricercatrice presso l’Università di California, nel campus di Berkeley e in particolar modo nel Beatrice Bain Research Group attraverso cui ha potuto seguire lo svolgersi di un ragionamento che comprende tre questioni: i diritti delle minoranze sessuali e di genere, l’islamofobia e le connessioni postcoloniali e transnazionali.

L’attento lavoro di assemblaggio e traduzione di alcuni contributi che non hanno avuto grande circolazione in Italia, restituisce il senso di un libro composito e animato dalla ferma intenzione di proporre una discussione pubblica mirata al posizionamento dinanzi alle differenze di etnia, classe, genere e religione. Per superare e rompere il facile dualismo tradizione/ progresso occidentale, foriero di notevoli disastri ancorché di numerose recrudescenze xenofobe e sessiste, le curatrici del volume si sono avvalse di parole autorevoli che riflettono «un progetto postcoloniale che caratterizza tutta la ricerca teorica e metodologica».

Come per esempio quelle di Jasbir K. Puar, docente di Women’s and Gender Studies alla Rutgers University, e Amit Rai che insegna New Media alla Queen Mary di Londra. Mostro terrorista frocio: la guerra al terrorismo e la produzione di patrioti docili è il titolo del loro intervento che offre, diremmo programmaticamente, la direzione del saggio offrendo la decostruzione di alcune retoriche in nome del patriottismo – pur sempre etero-normativo-, della «riduzione del danno» e della indagine intorno alla «psiche» del terrorista.

Per Ella Shohat, che insegna Studi islamici e Medio orientali alla Tisch School of the Arts della New York University, l’approccio multiprospettico «è fondamentale per il movimento femminista, per poter uscire oltre i confini nazionali» ma si domanda anche «quale tipo di mappa relazionale del sapere potrebbe contribuire a chiarire la negoziazione del genere e della sessualità così com’è recepita in contesti diversi, ma con un’enfasi su esperienze storiche e discorsive collegate tra loro, pur attraversando i confini?»

Di identità globali nella ipotesi di una teoria degli studi transnazionali sulla sessualità, scrivono invece Inderpal Grewal – docente a Yale e che si occupa di cultural studies e di genere in particolare tra Stati Uniti e Panjab, e Caren Kaplan, ugualmente impegnata nella ricerca e diffusione di Women’s studies. Nomi che hanno certamente circolato poco in Italia e che invece hanno contribuito notevolmente – soprattutto negli Stati Uniti – alla discussione.

Jacqui M. Alexander, che ha insegnato a lungo all’Università di Toronto, si sofferma in un denso contributo su Desideri imperiali/ utopie sessuali: il capitale bianco gay e il turismo transnazionale; mentre Jin Haritaworn, docente di Scienze ambientali in Canada, e Paola Bacchetta, scrivono dei Molti transatlantici: omo-nazionalismo, omo-transnazionalismo, teorie e pratiche femministe-queer-trans-di colore: un dialogo. Infine, ma non ultimo per importanza e cura, Trinh T. Minh-ha, regista di fama internazionale e docente a Berkeley di Gender Studies, imbastisce un intervento sulla «differenza» come questione speciale per le donne del Terzo Mondo. Si tratta quindi, come auspica Paola Bacchetta nella introduzione al volume, di favorire alleanze femministe transnazionali, soprattutto «nella nostra epoca di globalizzazione neoliberista», partendo dalla necessità di «interrogare il sistema dominante in cui siamo collocate, riconoscerne le particolarità, il contesto storico della sua produzione e le relazioni di potere che sottende o rende invisibili». Indubbiamente questo libro collettivo, pensato e rifinito da Bacchetta e Fantone, si inserisce in un percorso di ricerca, sia scientifico-accademica che pratico-politica, che può aprire ulteriori strade e modalità di confronto, non come un dibattito «importato» e fine a se stesso di cui non si sa niente in Italia, bensì come saldo desiderio di trovare elementi di scambio. Insomma, un utile vademecum intersezionale che funge da ulteriore mappa, senza frontiere.

UN ASSAGGIO

Indice

7 Prefazione. Perché leggere critiche femministe postcoloniali oggi, in Italia? – di Laura Fantone

21 Introduzione. Il femminismo transnazionale: aprirsi alle alleanze di genere – di Paola Bacchetta

Parte prima: Critiche a soggetti e disciplinamenti transnazionali

37 La differenza: una questione speciale per le donne del “Terzo Mondo” – di Trinh T. Minh-ha

63 Cartografie del sapere: studi internazionali e studi di genere – di Ella Shohat

78 Identità globali. Per una teoria degli studi transnazionali sulla sessualità – di Inderpal Grewal e Caren Kaplan

Parte seconda: critiche queer transnazionali 

97 Desideri imperiali/utopie sessuali: il capitale bianco gay e il turismo transnazionale – di Jacqui M. Alexander

121 Se la nazione (indù) esilia il queer – di Paola Bacchetta

150 Mostro terrorista frocio: la guerra al terrorismo e la produzione di patrioti docili – di Jasbir Puar e Amit Rai

179 I molti transatlantici: omo-nazionalismo, omo-transnazionalismo, teorie e pratiche femministe-queer-trans di colore: un dialogo – di Jin Haritaworn e Paola Bacchetta

199 Bibliografia

215 Gli autori e le autrici


Tu che comprendi i processi dis-umanizzanti di esclusione, ricollocazione, ri-educazione, ridefinizione forzata, l’umiliazione di dover falsificare la tua realtà, la tua voce, tu capisci cosa significa. Ma spesso non puoi dirlo. Provi e riprovi a non dirlo, a dis-dirlo, a tra-dirlo, perché se non lo fai, loro non esiteranno a riempire la casella vuota al tuo posto, e tu sarai detta. […]

Nessuna persona sradicata è invitata a partecipare in questa questione femminile “speciale” se non si trucca: trasformandosi mentalmente e dipingendosi di forti tinte di autenticità. Nel desiderio di non deludere, faccio del mio meglio per offrire ai benefattori e alle benefattrici ciò che desiderano da me, affannosamente: la possibilità di una differenza, una differenza o un’alterità che non mette troppo in discussione i fondamenti del loro essere e fare. […]

Il genere dunque come regolatore sociale e potenziale politico di cambiamento, a modo suo, sfugge ogni definizione.  Evita il “potere diagnostico” di un linguaggio orientato al sesso, e di una logica che identifica la sessualità; il genere in questo senso coincide con la differenza le cui dinamiche spazio-temporali producono l’illusione di un’identità, mentre al tempo stessa la minano continuamente. (Trinh T. Minh-ha)

Stiamo assistendo a una nuova costruzione del mostro-terrorista […] il ritorno del mostro terrorista ha attivato un potere multiforme capace di reinventare il frocio, il cittadino, e persino la nazione stessa nell’interesse di un’altra modernità più docile. (Amit Rai e Jasbir Puar)

Che ruolo giocano l’omo e la transfobia nelle alleanze dominanti tra il cattolicesimo conservatore che ripropone una maternità essenzialista e gli elementi femministi che rifiutano le famiglie omogenitoriali, minandone la visibilità e chiudendo al possibile riconoscimento reciproco tra oppressioni di genere?  […] Come rafforzare gli spazi che già esistono negli ambiti lgbtq+ italiani per una critica del capitalismo gay, nelle sue forme di consumismo e turismo neocoloniale?  […]

L’islamofobia diventa un terreno politico scivoloso in cui il femminismo occidentale egemonico può trovarsi invischiato nella marginalizzazione di minoranze non occidentali e non bianche, attraverso quelle che Paola Bacchetta definisce alleanze dominanti e alleanze salvifiche, totalizzanti, che rafforzano l’esclusione di soggetti marginali. (Laura Fantone)

Un femminismo globalizzato, che diffonde i suoi programmi nel mondo come se fossero vangelo dovrebbe preoccuparci, così come dovrebbe preoccuparci un femminismo localista che consegna ogni forma di dialogo al vicolo cieco di un insopportabile relativismo, che finisce per separare i gruppi e impedire ogni dialogo. (Ella Shohat)

 In Francia i queer possono essere concepiti in conformità a vari modelli di eterosessualità, e gli immigrati che sono rappresentati conformemente (in abbigliamento e comportamento) ai modelli francesi di civilizzazione sono considerati, al pari del musulma- no indù dell’rss menzionato prima, come semplici varianti all’interno di una nazione presumibilmente inclusiva fondata sulla normatività. Ep- pure, questi schemi di conformità-assimilazione spesso comportano una separazione dell’Altro accettabile dall’Altro inaccettabile o inaccettato; se il primo può essere assimilato, il secondo deve essere esiliato.  Una strategia politica abbastanza ampia da annullare l’esilio dell’Al- tro in tutte le forme, da più fronti, non sarebbe più efficace per tutti?  (Paola Bacchetta)

 

 

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