Ernst Jünger reload

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Manuel Rossini

pp. 140
Anno 2021 (maggio)
ISBN 9788869481758

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Descrizione

Manuel Rossini
Ernst Jünger reload
Maschera e catastrofe 2: Biopotere e Mobilitazione Totale
Prefazione di Giovanni Giorgini
Postfazione di Luigi Iannone

Il biopotere è una realtà, una sorta di mutamento che solamente nel xx secolo e soprattutto oggi trova, silenzioso, invasivo e sotto gli occhi (chiusi) di tutti, piena realizzazione. E Jünger, benché non parlasse esplicitamente di biopotere ne intuì i meccanismi fondativi in netto anticipo rispetto alle ‘mode’ filosofiche diffuse dagli anni Settanta in poi. E ha offerto, inconsapevolmente, indirettamente e in silenzio, una lettura e una diagnosi del fenomeno del biopotere, perfino una sua fenomenologia per ‘immagini’.
In questo volume – che inizia a prendere forma dopo la pubblicazione del saggio Il sillabario del biopotere: immagine, dominio e mobilitazione totale e che rappresenta uno sviluppo del precedente libro I non luoghi dell’inumano. Maschera e catastrofe – l’autore torna a confrontarsi con la questione dell’uomo e sull’uomo… sulle tracce di Ernst Jünger. Intende individuare, nel suo pensiero, le origini del biopotere, approfondire tale fenomeno e proporne una nuova interpretazione, osservando il mondo attuale e rileggendolo con filtri jüngeriani.
Il mondo attuale è il mondo globale: un unico spazio e un unico tempo dominato e colmato dall’imperio del biopotere. Il biopotere deve rendere tutto e tutti uguali, fa sì che l’individualità si dissolva nel carattere totale dell’uniformità. Si apre così un mondo di nuove forme e, quindi, con un nuovo senso, dove anche la lingua cambia adattandosi al carattere del tempo, generando un mutamento perfino nella nostra forma mentis.

Manuel Rossini (Jesi 1979-2019) si è laureato in Filosofia all’Università di Bologna e ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia e Antropologia all’Università di Parma. È stato docente incaricato di Filosofia e di Sociologia presso l’Università di Freiburg i. Br. (Germania) e di Basel (Svizzera), ha svolto attività di ricerca presso il Leibniz-Institut für Europäische Geschichte di Mainz ed è stato membro della “Helmuth Plessner Gesellshaft”. Nel 2017 è stato professore a contratto presso l’Università di Bologna. Ha scritto, tradotto e recensito per numerose riviste nazionali e internazionali, e ha pubblicato libri e monografie: Karl Löwith: la questione antropologica (2009), Karl Löwith e Leo Strauss. Oltre Itaca (2012), con Luca Montanari L’ambivalenza della modernità (2014), e per i nostri tipi I non luoghi dell’inumano (2015). È uscito postumo il libro Ora siamo in due (2020), diario scritto nel corso della sua malattia.

RASSEGNA STAMPA

UN ASSAGGIO

Indice

9 Premessa
di Ilaria Rossini

11 Prefazione
di Giovanni Giorgini

15 Avvertenza
(a mo’ di… scusa, poco filosofica e pseudo-letteraria)

27 Introduzione
(e Avvertenza tecnica e senza “scusa”)

31 Biopotere
Genetica del concetto, rovesciamento in biolavoro e il “mondo mutato”

Osservazioni preliminari; Biopotere: l’occhio fotografico del Lavoratore; Biopotere e “mascheratezza”; Biopotere e secolarizzazione; Cura del corpo, Lager e villaggio vacanze; Il carattere bellico della pace e la normalizzazione della guerra: forme del biolavoro

109 Excursus
Divagazione: antropologia e fenomenologia del trattore e/o carro armato. Altre immagini del consumo, della Mobilitazione Totale e del Lavoro

125 Conclusione
Derive e approdi del nostro tempo di Mobilitazione Totale

131 Postfazione
di Luigi Iannone

135 Bibliografia

139 Pubblicazioni dell’autore


 

Postfazione
di Giovanni Giorgini

Normalmente, è un piacere scrivere la prefazione a un bel libro di un giovane collega di cui si ha stima e di cui si apprezzano i lavori: è un privilegio della vecchiaia degli studiosi. È invece un dramma quando ci si trova a presentare un’opera che appare postuma, perché il suo giovane autore ha perso la propria battaglia contro un male subdolo e che non lascia speranza. Manuel Rossini era un filosofo originale e un combattente: ha lottato come un leone contro la malattia, contro l’ospite indesiderato che era divenuto parte di lui contro la sua volontà, sopportando il dolore con fermezza e guardando al futuro con ironico cinismo (vi ha anche dedicato un libro, dall’emblematico titolo Ora siamo in due). Era un vero filosofo e sapeva che la filosofia è una scelta di vita, un modo di vivere… e talvolta, ahimè, di morire.
Fino all’ultimo ha lavorato a questo libro su uno dei pensatori a lui più cari, Ernst Jünger, che ora vede la luce grazie al meticoloso lavoro della sorella Ilaria e dei genitori. Quello che di lui era mortale ci ha lasciato, mentre rimane ciò che è immortale: la sua scrittura avvincente, il suo acume filosofico, la sua originalità interpretativa vivono infatti nei suoi scritti.
Manuel Rossini era uno studioso di grande talento, come ha abbondantemente dimostrato nei suoi saggi e nei suoi libri. Erede della migliore tradizione italiana nella storia della filosofia, specialista della cultura tedesca della prima metà del secolo scorso, era capace di fare un approfondito lavoro di scavo delle fonti, di reperimento di testi difficili e inusitati, di delineazione del contesto storico e della storia dell’influenza di un autore. Ma alla serietà dello storico univa la capacità di fare attività teorica originale, di far parlare i testi, proprio come un bravo pianista sa interpretare originalmente uno spartito e sa appropriarsi di un compositore.
Quello che ci troviamo di fronte è, pertanto, un libro su Jünger, ma è anche, e soprattutto, un’originale interpretazione del mondo contemporaneo condotta adottando alcune delle più felici intuizioni di Jünger. In quest’opera Manuel “indossa nuovamente lenti jüngeriane” per leggere la realtà contemporanea, che presenta aspetti sinistramente identici a quelli già individuati da Jünger all’inizio degli anni Trenta del secolo scorso nei sui celebri saggi su La mobilitazione totale (1930) e L’operaio (1932). L’epoca attuale è infatti caratterizzata da dominio totale, mobilitazione totale e globalizzazione: modalità e ritmi del lavoro, controllo e supervisione, sono simili a quelli della guerra. Manuel ci offre sia una lettura originale del pensiero di Jünger sia un’interpretazione dell’epoca contemporanea, caratterizzata da quel processo di universalizzazione e omologazione che siamo soliti chiamare globalizzazione. Centrale in questo processo è la categoria del Lavoro, che Manuel scrive con la L maiuscola perché si tratta di una categoria ontologica, non di un mero fenomeno. Manuel legge il mondo contemporaneo come un enorme, complesso, insinuante e sofisticato meccanismo che regola la vita di ogni singolo essere umano, scandendone i ritmi, controllando ogni fase e determinandone il corso. Uso volutamente questa espressione vaga, essere umano, perché penso che Manuel ritenesse che nel nostro mondo l’individualità fosse tramontata, se non forse addirittura sparita; non vi sono più agenti ma solo “agiti”, messi in movimento come ingranaggi dalla macchina della Mobilitazione Totale.

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