Vincenza Pellegrino
Futuri possibili
Il domani per le scienze sociali di oggi
Questo libro affronta il tema del futuro come “prodotto culturale”, ossia come insieme di rappresentazioni su quanto potrà accadere domani, e in particolare sulle possibilità di miglioramento della condizione umana. È questa, oggi, una sfida non da poco. Viviamo tempi incerti, in cui la narra- zione del Progresso, che aveva accompagnato le generazioni precedenti, appare sempre meno credibile (troppi conflitti, troppe diseguaglianze, troppi disastri ambientali). Ma proprio a partire da questa crisi, Vincenza Pellegrino avanza l'ipotesi che le aspirazioni a un futuro migliore per tutti – non solo per sé – siano ancora vive e diffuse tra le giovani generazioni, anche in forme nuove, e che la loro rimozione dal dibattito pubblico sia sintomo di una specifica dinamica politica. Assumendo questa prospettiva, il libro prende dunque in esame le categorie utilizzate dalla teoria sociale che si occupano del “futuro”, a partire dalle forme classiche della utopia e della distopia, ancora oggi rintracciabili nell’immaginario collettivo come reazione alla vita frenetica e precaria. Alla fine, emerge un quadro della no- stra epoca come specifico terreno di lotta tra forme di futuro moderne ago- nizzanti e nuove forme di futuro, di lotta tra ciò che è “probabile” e ciò che è “possibile”.
Vincenza Pellegrino è professoressa associata di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università di Parma, dove insegna Politiche Sociali e Sociologia della Globalizzazione, dirige il corso di perfezionamento in Welfare Pubblico Partecipativo ed è delegata del Rettore alle attività del Polo Universitario Penitenziario. Tra i suoi numerosi lavori, per i nostri tipi ha curato R/esistenze precarie (2016).
Vincenza Pellegrino
Futuri possibili
Il domani per le scienze sociali di oggi
Questo libro affronta il tema del futuro come “prodotto culturale”, ossia come insieme di rappresentazioni su quanto potrà accadere domani, e in particolare sulle possibilità di miglioramento della condizione umana. È questa, oggi, una sfida non da poco. Viviamo tempi incerti, in cui la narra- zione del Progresso, che aveva accompagnato le generazioni precedenti, appare sempre meno credibile (troppi conflitti, troppe diseguaglianze, troppi disastri ambientali). Ma proprio a partire da questa crisi, Vincenza Pellegrino avanza l'ipotesi che le aspirazioni a un futuro migliore per tutti – non solo per sé – siano ancora vive e diffuse tra le giovani generazioni, anche in forme nuove, e che la loro rimozione dal dibattito pubblico sia sintomo di una specifica dinamica politica. Assumendo questa prospettiva, il libro prende dunque in esame le categorie utilizzate dalla teoria sociale che si occupano del “futuro”, a partire dalle forme classiche della utopia e della distopia, ancora oggi rintracciabili nell’immaginario collettivo come reazione alla vita frenetica e precaria. Alla fine, emerge un quadro della no- stra epoca come specifico terreno di lotta tra forme di futuro moderne ago- nizzanti e nuove forme di futuro, di lotta tra ciò che è “probabile” e ciò che è “possibile”.
Vincenza Pellegrino è professoressa associata di Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi presso l’Università di Parma, dove insegna Politiche Sociali e Sociologia della Globalizzazione, dirige il corso di perfezionamento in Welfare Pubblico Partecipativo ed è delegata del Rettore alle attività del Polo Universitario Penitenziario. Tra i suoi numerosi lavori, per i nostri tipi ha curato R/esistenze precarie (2016).