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Decolonizzare la follia

pp. 210
Anno 2020 (ottobre)
ISBN 9788869481734

18,00 

COD: 9788869481734 Categoria: Tag: , , ,
descrizione

Frantz Fanon
Decolonizzare la follia
Scritti sulla psichiatria coloniale
Saggio introduttivo e cura di Roberto Beneduce

Nell’opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951-1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d’interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell’indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l’ostinazione di chi aveva scritto “Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo”, nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell’epoca. La sua è un’archeologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un’etnologia critica dell’Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l’etnopsichiatria e l’antropologia medica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell’immigrato, l’economia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è “impossibile guarire” in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l’enigma politico della differenza, della malattia e della cura.

Frantz Fanon, psichiatra e scrittore noto per il suo impegno anticoloniale, nasce a Fort de France (Martinica) nel 1925 e muore negli Stati Unuti nel 1961. Oltre alle sue due opere maggiori, Pelle nera, maschere bianche (1952) e I dannati della terra (1961), in italiano sono disponibili anche gli Scritti politici (DeriveApprodi, 2006-2007, 2 volumi) e La rivoluzione algerina e la liberazione dell’Africa (ombre corte, 2017).

Roberto Beneduce, antropologo e psichiatra, insegna presso l’Università di Torino. Ha fondato e dirige il Centro Frantz Fanon. Fra i suoi recenti lavori, Archeologie del trauma (Laterza, 2010), Corpi e saperi indocili (Bollati Boringhieri, 2010) e con Nigel C. Gibson, Frantz Fanon. Psychiatry and Politics (Rowman & Littlefield, 2017).

un assaggio

Frantz Fanon
Decolonizzare la follia
Scritti sulla psichiatria coloniale
Saggio introduttivo e cura di Roberto Beneduce

Nell’opera di Frantz Fanon, racchiusa in un periodo di pochi anni (1951-1961), prendono voce temi decisivi che non smettono d’interrogare il dibattito sulla condizione postcoloniale: le contraddizioni delle borghesie nazionali negli anni dell’indipendenza, lo spettro del razzismo e la sua oscura riproduzione nello Stato moderno, la costruzione della soggettività africana. Con l’ostinazione di chi aveva scritto “Ci sono troppi imbecilli su questa terra, e poiché lo dico, si tratta di provarlo”, nei lavori qui raccolti, per buona parte mai tradotti in italiano, Fanon ripercorre con altrettanta sistematicità le teorie psichiatriche e psicanalitiche dell’epoca. La sua è un’archeologia sovversiva che, di quelle teorie, rivela limiti e paradossi: un’etnologia critica dell’Occidente. Con toni a tratti profetici, i suoi scritti disegnano una fenomenologia politica del corpo coloniale nella quale affiorano molti dei problemi con i quali si misurano oggi l’etnopsichiatria e l’antropologia medica critica: la violenza quotidiana e invisibile che secerne la sofferenza dei dominati, il difficile incontro fra il clinico occidentale e il corpo inquieto dell’immigrato, l’economia morale delle sue menzogne. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è “impossibile guarire” in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l’enigma politico della differenza, della malattia e della cura.

Frantz Fanon, psichiatra e scrittore noto per il suo impegno anticoloniale, nasce a Fort de France (Martinica) nel 1925 e muore negli Stati Unuti nel 1961. Oltre alle sue due opere maggiori, Pelle nera, maschere bianche (1952) e I dannati della terra (1961), in italiano sono disponibili anche gli Scritti politici (DeriveApprodi, 2006-2007, 2 volumi) e La rivoluzione algerina e la liberazione dell’Africa (ombre corte, 2017).

Roberto Beneduce, antropologo e psichiatra, insegna presso l’Università di Torino. Ha fondato e dirige il Centro Frantz Fanon. Fra i suoi recenti lavori, Archeologie del trauma (Laterza, 2010), Corpi e saperi indocili (Bollati Boringhieri, 2010) e con Nigel C. Gibson, Frantz Fanon. Psychiatry and Politics (Rowman & Littlefield, 2017).

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