L'ascesa del nazismo al potere, nel 1933, segna l'inizio di un gigantesco esodo della cultura tedesca, una cultura in gran parte incarnata da intellettuali ebrei. Dispersi tra le due sponde dell'Atlantico, questi outsiders hanno profondamente rinnovato il pensiero occidentale, sia in Europa che in America. Nei saggi qui riuniti, l'autore mette a fuoco alcuni frammenti singolari e affascinanti dell'esilio ebraico-tedesco. Al di là del luogo comune, giusto ma unilaterale, che lo descrive come una "vita mutilata", l'esilio è sondato in queste pagine come un osservatorio del tutto nuovo sul mondo e sulla storia. Gli scritti e le lettere di Theodor W. Adorno, Hannah Arendt, Walter Benjamin, Siegfried Kracauer e Joseph Roth rivelano i tratti salienti dell'esilio come esperienza umana e intellettuale: la solitudine del senzapatria, lo sguardo dello straniero, la bohème per necessità, il cosmopolitismo del "patriota d'hotel", l'extraterritorialità di chi vive "fuori luogo" e, infine, l'acosmia: una "perdita del mondo" che spesso è soltanto il tragico rovesciamento dialettico dell'amore per il mondo. Da questa condizione esistenziale ed epistemologica emerge una pagina straordinaria della storia intellettuale del xx secolo.
Enzo Traverso (Gavi, 1957) vive a Parigi e insegna Scienze politiche all'università della Piccardia. Autore di diverse opere, tutte tradotte in varie lingue, ha pubblicato in Italia Gli ebrei e la Germania. Auschwitz e la simbiosi ebraico-tedesca (il Mulino 1994), Totalitarismo. Storia di un dibattito (per i nostri tipi), La violenza nazista. Una genealogia (il Mulino 2002) e Auschwitz e gli intellettuali (il Mulino 2004).
L'ascesa del nazismo al potere, nel 1933, segna l'inizio di un gigantesco esodo della cultura tedesca, una cultura in gran parte incarnata da intellettuali ebrei. Dispersi tra le due sponde dell'Atlantico, questi outsiders hanno profondamente rinnovato il pensiero occidentale, sia in Europa che in America. Nei saggi qui riuniti, l'autore mette a fuoco alcuni frammenti singolari e affascinanti dell'esilio ebraico-tedesco. Al di là del luogo comune, giusto ma unilaterale, che lo descrive come una "vita mutilata", l'esilio è sondato in queste pagine come un osservatorio del tutto nuovo sul mondo e sulla storia. Gli scritti e le lettere di Theodor W. Adorno, Hannah Arendt, Walter Benjamin, Siegfried Kracauer e Joseph Roth rivelano i tratti salienti dell'esilio come esperienza umana e intellettuale: la solitudine del senzapatria, lo sguardo dello straniero, la bohème per necessità, il cosmopolitismo del "patriota d'hotel", l'extraterritorialità di chi vive "fuori luogo" e, infine, l'acosmia: una "perdita del mondo" che spesso è soltanto il tragico rovesciamento dialettico dell'amore per il mondo. Da questa condizione esistenziale ed epistemologica emerge una pagina straordinaria della storia intellettuale del xx secolo.
Enzo Traverso (Gavi, 1957) vive a Parigi e insegna Scienze politiche all'università della Piccardia. Autore di diverse opere, tutte tradotte in varie lingue, ha pubblicato in Italia Gli ebrei e la Germania. Auschwitz e la simbiosi ebraico-tedesca (il Mulino 1994), Totalitarismo. Storia di un dibattito (per i nostri tipi), La violenza nazista. Una genealogia (il Mulino 2002) e Auschwitz e gli intellettuali (il Mulino 2004).