Verso un’ecologia del tecnologico

 18.00

Cristina Coccimiglio

pp. 191
Anno 2023 (maggio)
ISBN 9788869482625

Ordina
Collana: . Tag: , , . Product ID: 3696

Descrizione

Cristina Coccimiglio
Verso un’ecologia del tecnologico
Jacques Ellul, filosofo della tecnica
tra etica, estetica e politica
Prefazione di Elisabetta Ribet

Negli stessi anni in cui Martin Heidegger pronuncia le note conferenze sulla tecnica, Jacques Ellul (1912-1994) affronta, in modo visionario e originale, il rapporto tra tecnologia, società e cultura. Una rilettura in chiave filosofica conduce a un’interpretazione inedita dei suoi scritti destinati a una limitata diffusione in Europa, a causa della vocazione interdisciplinare in un’epoca di iperspecializzazione, dell’uso combinato di uno stile polifonico e di un registro sociologico, filosofico, giuridico e teologico.
Il volume si apre con un inquadramento della filosofia della tecnica di Jacques Ellul. L’autore dal personalismo approda all’ecologia politica, divenendone un pioniere. Mette alla prova la propria riflessione in un serrato confronto con il pensiero di Karl Marx e con un’innovativa proposta sul tema dell’etica della non potenza. Esplorando infine il rapporto tra arte e tecnica, indaga il destino del linguaggio e delle immagini nelle società occidentali contemporanee. Il volume contiene un’inedita intervista al filosofo francese Bernard Stiegler (1952-2020), tra i maggiori pensatori contemporanei della tecnologia.

“Questo saggio, che introduce in modo chiaro il pensiero di Jacques Ellul a partire dalla prospettiva della filosofia della tecnica, mettendo Ellul in dialogo con altri interlocutori, risponde a una prima serie di domande, e accompagna chi legge ad alcuni importanti primi passi per decifrare e conoscere un autore poliedrico e complesso, spesso critico e violentemente conflittuale con la propria epoca e i suoi ‘miti’” (dalla Prefazione di Elisabetta Ribet).

Cristina Coccimiglio è dottoressa di ricerca in Filosofia. Ha tra i suoi principali ambiti di ricerca la filosofia dell’educazione e la filosofia della tecnologia, con uno sguardo estetico ed etico-politico. Dal 2013 collabora con l’Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa. Ha recentemente pubblicato con Raimonda Maria Morani e Federico Longo Immaginare, scrivere, narrare. Uno studio sulla scrittura creativa a scuola (Carocci, 2021), oltre a diversi saggi di estetica, di filosofia dell’educazione e di filosofia della tecnica, ha curato Sistema, testimonianza, immagine. Saggi sulla tecnica (Mimesis, 2017), in cui vengono raccolti e presentati alcuni articoli di Jacques Ellul.

RASSEGNA STAMPA

UN ASSAGGIO

Indice

7 Prefazione di Elisabetta Ribet

11 Introduzione

17 Capitolo primo. Memorie dal futuro

1. Tecnologia, tecnica e fenomeno tecnico; 2. Dall’attività tecnica al fenomeno tecnico moderno; 2.1. La tecnica come ambiente e come sistema; 3. La ricezione delle opere di Ellul; 4. Debiti e rimandi. Jacques Ellul tra sociologia, fede e filosofia; 4.1. Bergson, Sartre e la filosofia; 4.2. Max Weber e lo spirito del capitalismo; 4.3. Ellul e Karl Barth; 4.4. Trascendenza e dialettica: la fede e Kierkegaard; 5. Eccesso, limite, soglia. Verso un’ecologia del tecnologico?; 5.1. All’origine dell’eccesso; 5.2. Il bluff dell’efficienza e il capitale simbolico; 5.3.La metanarrativa ambientale-umana; 5.4. Desimbolizzazione e condizione umana: Ellul e Lyotard a confronto

72 Capitolo secondo. Aspetti inediti della riflessione etico-politica

1. Jacques Ellul e Karl Marx; 1.2. Progresso e alienazione; 1.3. Lavoro e innovazione tecnica; 1.4. Illusione politica e critica all’ideologia marxista cristiana; 1.5. Rivoluzione e microinformatica; 2. L’etica della non potenza; 2.1. La posta in gioco tra destino e dominio; 2.2. Non potere e non potenza: sotto il segno di una nuova etica; 2.3. Esperienza del limite ed etica dei limiti; 3. Speranza e libertà. Uno sguardo antropologico e teologico; 3.1. Qu’est-ce que l’homme?; 3.2. La speranza come passione dell’impossibile; 3.3. Il pessimismo della speranza

111 Capitolo terzo. Estetica. Arte e tecnica, parola e immagine

1. Osservazioni su tecnica e arte; 1.1 Arte e sistema tecnico; 1.2. L’impero dell’assurdo; 2. Il destino dell’arte; 2.1. La contraddizione; 2.2 Il trionfo dell’oggetto; 3. Tecnologie del controllo e tecnologie dello spirito; 3.1 L’arte tra décroissance e mécroissance; 3.2 Sostenibilità: una fantasia ideologica?; 3.3 Proletarizzazione della sensibilità?; 4. Realtà del discorso e discorso di verità; 4.1 Adieu au langage; 4.2 Parole et image; 4.3 La parola umiliata. Estetica del senso e dei sensi; .4.4. Il filosofo?; 5. Invasione e consumo di immagini

173 In dialogo con Bernard Stiegler
A partire da Jaques Ellul

Pensare la tecnica che si fa cura: la posta in gioco del nuovo secolo

189 Bibliografia scelta di Jaques Ellul


 

Prefazione
di Elisabetta Ribet

 

La libertà dell’essere umano è quella dei suoi mezzi, dell’efficacia delle sue tecniche. A condizione che non li divinizzi. In tal caso, sarà schiavo dei suoi schiavi. […] Ma la Tecnica è ancora un mezzo? Oppure, anziché un mezzo, non è forse piuttosto la verità ultima che, penetrando fino a quanto di più concreto si ha nella vita quotidiana di ogni persona, giustifica tutte le nazioni moderne, qualunque sia il loro regime? […]
La tecnica è logica. Deve trascurare ciò che non è intelligibile, eliminare il caso, rinunciare ad una pluralità che disperde e apparentemente spreca le energie, per ridurla a meccanismo rigoroso. Può cogliere soltanto la parte più pesante del reale.
Per appropriarsi delle cose, le passa in rassegna. L’inventario è il fondamento di ogni tecnica: inizio necessario di ogni azione efficace, ma anche azione carica di conseguenze, dietro la sua apparenza ascetica. Non a caso, la Scrittura ci riconosce il marchio della Bestia: il censimento è l’atto decisivo, sortilegio che imprigiona la vita in un pezzo di carta ricoperto di segni. Atto di profanazione, che la riduce ad oggetto. Il fatto di enumerare ogni cosa annuncia che si utilizzerà tutto.

A fine 1957, tre anni dopo la pubblicazione di La Technique ou l’enjeu du siècle, Bernard Charbonneau così descriveva l’azione della Tecnica nella società moderna. Studiando il pensiero e l’opera di Jacques Ellul, non è possibile, oggi, evitare di incrociare l’opera di questo mal conosciuto autore, che per tutta la vita fu amico e compagno di dialogo e di azione del giurista guascone.
A pochi mesi dai settant’anni del primo volume della trilogia di Ellul sulla Tecnica, l’immensa opera del nostro autore, nonostante qualche ruga, non ha perso nulla della sua potenza di analisi, né della sua lucidità a tratti profetica. Non è un caso, quindi, che il suo pensiero venga riscoperto, e che, globalmente, l’interesse verso la sua opera stia vivendo un importante rinnovamento.
Cristina Coccimiglio, in Italia, è senz’altro tra chi ha recentemente contribuito e, ci auguriamo, potrà contribuire a far conoscere il nostro autore e l’originalità del suo approccio. Interdisciplinare per scelta, e in controtendenza rispetto al suo tempo, credente convinto, protestante convinto e al contempo violento critico della tendenza delle chiese ad istituzionalizzarsi e a “conformarsi al mondo”, militante della desacralizzazione delle istituzioni e al tempo stesso (o proprio per questo?) professore di storia delle istituzioni all’Università di Bordeaux, Jacques Ellul è senza dubbio un autore molto difficile da “classificare”: al punto che al suo pensiero, oggi, si richiamano figure e teorie spesso tra loro opposte. Questo saggio, che introduce in modo chiaro il pensiero di Jacques Ellul a partire dalla prospettiva della filosofia della tecnica, mettendo Ellul in dialogo con altri interlocutori, risponde ad una prima serie di domande, ed accompagna chi legge ad alcuni importanti primi passi per decifrare e conoscere un autore poliedrico e complesso, spesso critico e violentemente conflittuale con la propria epoca ed i suoi “miti”.
Importanti elementi del pensiero di Ellul sono presentati, contestualizzati ed analizzati in questo volume: l’aspetto interdisciplinare innanzitutto, che, come scrive l’autrice, è una scelta consapevole, che sottolinea come Ellul abbia voluto lavorare sull’analisi di quello che presto definirà “sistema tecnico”, e non su uno o l’altro dei suoi aspetti. Impossibile, afferma Ellul, analizzare un sistema così complesso affrontandolo solamente da un punto di attacco.
Un secondo elemento importante è poi presentato dall’analisi della riflessione elluliana sulla politica e sulle implicazioni etiche di quella che l’autore chiamava “presenza al mondo moderno”: l’etica, secondo Ellul, non è riducibile ad una serie di norme di buona convivenza, ma dev’essere criterio di fondo, base sulla quale agire, desacralizzare, optare per quella che chiamerà non-puissance – contemporaneamente non-potere e non-potenza. Tale scelta, per sua natura, si situa agli antipodi dei “valori” della Tecnica, come l’efficacia, l’efficienza, la potenza, che nutrono il movimento della “megamacchina” del cui funzionamento uno degli eredi di Ellul particolarmente noti in Italia, Serge Latouche, ci ha spiegato in dettaglio i meccanismi.
Ancora, l’autrice si sofferma e guida chi legge attraverso l’analisi elluliana del linguaggio dell’arte, e della riflessione sul senso e sugli obiettivi della comunicazione. Ben oltre il semplice apprezzamento superficiale del linguaggio artistico, l’autore riflette sui legami e le reciproche influenze tra il sistema tecnico e la molteplicità dei linguaggi, per rivendicare, una volta ancora, e a partire da una prospettiva ulteriore, l’importanza della ricerca di senso, da privilegiare rispetto al gaboriano “lo si fa perché è possibile farlo”.
In conclusione, il ritratto che emerge dal saggio è quello di un autore poliedrico e difficile da etichettare, militante di un approccio sistematicamente critico e metodologicamente controcorrente rispetto al suo tempo. Un autore per il quale, in ultimo, quello che conta è la ricerca di fondare l’etica, in una società sempre più imbrigliata nelle leggi della meccanica e delle conseguenze, sulla ricerca del significato delle proprie scelte, della pratica della non-potenza e della ricerca di senso.
Jacques Ellul cerca la Speranza: lo fa combattendo, da un lato, i meccanismi e le leggi di azione e reazione propri del sistema tecnico, e dall’altro cercando un rapporto il più possibile “laico” con il Trascendente e con la rivelazione biblica. In questo senso è importante per lui cercare di definire, analizzare e desacralizzare ciò che produce “verità ultime” che, lungi dal liberare, imprigionano e costringono. Il discorso politico, quello dell’arte moderna e post-moderna, l’utilizzo dei sistemi di comunicazione “tecnici”, sono così passati a setaccio, decostruiti, e il loro rapporto con la Tecnica spiegato nei dettagli.
Se quindi, come diceva Charbonneau, la Tecnica “deve trascurare ciò che non è intelligibile, eliminare il caso, rinunciare ad una pluralità che disperde e apparentemente spreca le energie, per ridurla a meccanismo rigoroso”, allora la Speranza cercherà di inserire e di riconoscere, in ogni minima frattura del sistema, tutto ciò che è inafferrabile, non prevedibile, casuale. In questi frammenti fuori dal coro e non riconosciuti dagli schemi e dai sistemi potrebbe essere possibile riconoscere anche oggi, ancora oggi, germogli di libertà, di verità, di senso.