Oltre il lavoro domestico

 15.00

Lucia Chistè, Alisa Del Re, Edvige Forti

pp. 149
Anno 2020
ISBN 9788869481727

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Descrizione

Lucia Chistè, Alisa Del Re, Edvige Forti
Oltre il lavoro domestico
Il lavoro delle donne tra produzione e riproduzione
Postfazione di Giulia Bonanno, Giovanna Di Matteo, Greta Meraviglia, Bruna Mura (Non Una di Meno Padova)

“Questo libro, uscito nella prima edizione nel gennaio 1979, voleva essere un contributo all’analisi dei temi legati al lavoro delle donne nei risvolti che parevano essenziali nella peculiare congiuntura sociale, economica e politica agli sgoccioli del decennio. Il presupposto era che tale condizione dovesse essere sempre situata e che non fosse quindi possibile, in un’ottica di liberazione, prescindere dall’indagine del sistema capitalistico, suo connotato storico. Un punto di vista dichiarato. ‘Liberazione’ perché il nostro discorso non mirava all’inserimento a pieno titolo in un sistema qualificato dal potere maschile, introducendovi semplicemente figure femminili; l’analisi voleva essere critica dell’intero meccanismo sociale dello sfruttamento. La messa in discussione dei rapporti tra i sessi si traduceva in una pratica politica antagonista nei confronti dei ruoli che le donne da sempre, almeno nella cultura occidentale, erano state costrette a incorporare. In questo avverbio temporale c’era una lunga storia sociale che si voleva disvelare” (dalla Prefazione alla nuova edizione).

Lucia Chistè ha partecipato attivamente al movimento femminista; si occupa, tra l’altro, di storia del lavoro e delle lotte delle donne.
Alisa Del Re, Studiosa Senior dell’Ateneo patavino, dove ha insegnato dagli anni Settanta al 2013. È autrice di numerose pubblicazioni sulle tematiche di genere. Negli anni Settanta ha fatto parte del Collettivo Donne di Padova. Oggi partecipa con entusiasmo alle iniziative di Non Una di Meno.
Edvige Forti, laureata in Scienze Politiche a Padova. Ha lavorato per oltre trent’anni nel campo della comunicazione multimediale in Italia, Europa e Stati Uniti, realizzando servizi e documentari per varie emittenti televisive. Ha seguito e contribuito a progetti di woman empowerment nelle realtà incontrate nel corso del suo lavoro nei paesi in via di sviluppo.

RASSEGNA STAMPA

Oltre il lavoro domestico: intervista con Alisa del Re

Presentazione del libro

Ne discutono con Alisa Del Re Gabriella Palermo (NUDM Palermo), Greta e Giovanna (NUDM Padova)

Qui la pagina facebook >


 

 

Parliamo con Alisa Del Re atrice, insieme a Lucia Chistè ed Edvige Forti, del “Oltre il lavoro domestico” riedito da ombre oorte nel novembre 2020 ed edito per la prima volta nel 1979.

> Buon ascolto! <


 

“il manifesto” – 5.2.2021

«Oltre il lavoro domestico», nella lungimiranza delle lotte
SAGGI. Un volume di Lucia Chisté, Alisa Del Re ed Edvige Forti pubblicato da ombre corte

di Beatrice Busi

Tra le molte questioni correlate all’intensificazione delle disuguaglianze sociali che la pandemia sta ferocemente illuminando, ce n’è una in particolare sulla quale i movimenti femministi insistono da almeno mezzo secolo: l’insostenibile sfruttamento della riproduzione sociale, ovvero di quell’insieme di attività materiali e relazionali, essenziali per la riproduzione della vita degli esseri umani e degli ecosistemi.

LA RECENTE RISTAMPA di Oltre il lavoro domestico. Il lavoro delle donne tra produzione e riproduzione (ombre corte, pp. 189, euro 15), la richiama con grande tempismo, andando ad aggiungere un prezioso tassello alla riscoperta e attualizzazione del femminismo marxista degli anni Settanta, per il quale l’Italia ha rappresentato un originale laboratorio di analisi nonché una fucina di pratiche politiche.
Non è di certo per una cortese ritualità che il volume, uscito nella prima edizione nel 1979 e costituito da tre saggi firmati da Lucia Chisté, Alisa Del Re ed Edvige Forti, venga oggi arricchito dalla postfazione di un gruppo di attiviste di Non Una di Meno Padova (Giulia Bonanno, Giovanna Di Matteo, Greta Meraviglia e Bruna Mura).

Dal contrappunto tra i saggi e la postfazione emerge infatti un solido concatenamento di genealogie femministe, che dagli scioperi delle tessili, delle tabacchine e delle mondine alla fine degli anni Quaranta arriva fino allo sciopero contro la violenza maschile proclamato nel 2016 dalle argentine di Ni Una Menos e rapidamente globalizzato: un circolo virtuoso disegnato dal metodo politico femminista, che parte dalle esperienze di lotta per interrogare e rivedere l’analisi teorico-politica per poi ritornarvi subito, attraversando instancabilmente tempi e spazi.

A partire dalla consapevolezza che «è impossibile leggere le lotte delle donne con gli stessi strumenti con cui si leggono le lotte operaie», anche quelle delle donne operaie (Del Re), i tre saggi utilizzano criticamente le categorie marxiane per rispondere al bisogno primario di storicizzare e de-naturalizzare la divisione socio-sessuata del lavoro: una struttura dell’organizzazione sociale storicamente mutevole, ma che proprio nel capitalismo si è irrigidita per attribuire alle donne, cioè a una «determinata sezione di classe», tutti i compiti di produzione e riproduzione della forza-lavoro.

È proprio attraverso questa lente che le tre autrici possono tratteggiare una lettura unificante delle lotte delle donne negli anni Settanta. Le grandi mobilitazioni per l’aborto e quelle per i servizi, le occupazioni di case o di spazi da adibire ad asili nido e scuole materne, ma anche le lotte per la riduzione del tempo di lavoro, contro i licenziamenti o il muro delle qualifiche, hanno rappresentato la «concretizzazione materiale» del «rifiuto generalizzato del lavoro, domestico e non, della casa come luogo di sfruttamento e della famiglia come nucleo gerarchico che di questo sfruttamento scandisce ritmi e tempi» (Chisté).

IL LIBRO CI OFFRE dunque una archeologia del presente, ovvero la possibilità di rileggere nel suo darsi la tendenza di quei processi di trasformazione della produzione e della riproduzione che ci hanno traghettate fin qui, da una crisi a un’altra: «l’allungamento e l’intensificazione del tempo di lavoro legato alla riproduzione» che si è esteso ben oltre il lavoro domestico (Forti), il cui esito è stato descritto in anni più recenti con la formula della femminilizzazione del lavoro, ha assunto oggi forme sempre più esasperate, non solo per le donne.

Come sottolineano le autrici nella nuova prefazione, è nella continua espansione di quell’oltre che si precisa la sostanziale «lungimiranza di quelle lotte», che avevano già individuato la «spesa pubblica» come oggetto di scontro con lo Stato e la qualità della vita liberata dal lavoro come campo politico ricompositivo, decisivo.
Un’indicazione che risuona fondamentale anche nel presente pandemico: nel conflitto che si è delineato tra l’ingiunzione alla produzione e le ragioni della salute intesa come benessere sociale complessivo, solo la ricomposizione politica delle mille figure della riproduzione sociale, sempre più specializzate e quindi parcellizzate, potrebbe imporre un radicale ripensamento, una rivoluzione, dell’organizzazione sociale.

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UN ASSAGGIO

Indice

7 Prefazione alla nuova edizione. Quarant’anni dopo…
di Lucia Chistè, Alisa Del Re, Edvige Forti

17 Premessa
di Lucia Chistè, Alisa Del Re, Edvige Forti

19 Struttura capitalistica del lavoro legato alla riproduzione
di Alisa Del Re

65 Note su sviluppo del capitale e lotte delle donne dalla “Ricostruzione” agli anni Settanta
di Lucia Chistè

Gli anni della “non collaborazione”; Dalla “Dis-parità” alla “Job Sex Evaluation”; Stato e doppio rifiuto del lavoro

129 Riproduzione: nuova sfera del comando capitalistico
di Edvige Forti

Considerazioni introduttive sulla modificazione della struttura produttiva; Il ciclo del capitale e la variabile forza-lavoro: alcune considerazioni critiche; Articolazione del ciclo: la produzione di forza-lavoro; La riproduzione di forza-lavoro; La crisi fiscale dello stato e il suo significato politico

157 Postfazione. Un tuffo genealogico. Riflessioni e lotte in dialogo
di Giulia Bonanno, Giovanna Di Matteo, Greta Meraviglia, Bruna Mura (Non Una Di Meno Padova)


 

Prefazione alla nuova edizione
Quarant’anni dopo…
di Lucia Chistè, Alisa Del Re, Edvige Forti

Ogni testo è comprensibile se collocato in un tempo e in un ambito. Ciò vale soprattutto per quelli militanti che sono espressione di una particolare congiuntura storica, di tensioni e passioni personali che acquistano significato immediato dentro i grandi movimenti sociali che hanno caratterizzato gli anni Settanta. Il movimento femminista è stato tra i più vasti e radicali, nel senso letterale di andare alle radici di un sistema di oppressione. Le donne, con le loro lotte, si sono presentate sulla scena pubblica come soggetto politico autonomo, superando la fase dominata dalla richiesta emancipatoria di inclusione.
L’attivismo femminista era stato importante anche a Padova, città in cui i percorsi di consapevolezza e di lotta delle autrici si sono incrociati in quegli anni. Ma non è nostra intenzione ripercorrere qui la storia del movimento femminista. Molto è stato già detto e scritto. Vogliamo sottolinearne solo alcuni aspetti utili per comprendere il senso del nostro lavoro.
Questo libro, uscito nella prima edizione nel gennaio 1979 (Feltrinelli, collana Opuscoli marxisti), voleva essere un contributo all’analisi, che si pensava successivamente di approfondire, dei temi legati al lavoro delle donne nei risvolti che parevano essenziali nella peculiare congiuntura sociale, economica e politica agli sgoccioli del decennio. Il presupposto era che tale condizione dovesse essere sempre situata e che non fosse quindi possibile, in un’ottica di liberazione, prescindere dall’indagine del sistema capitalistico, suo connotato storico. Un punto di vista dichiarato. “Liberazione” perché il nostro discorso non mirava all’inserimento a pieno titolo in un sistema qualificato dal potere maschile, introducendovi semplicemente figure femminili; l’analisi voleva essere critica dell’intero meccanismo sociale dello sfruttamento. La messa in discussione dei rapporti tra i sessi si traduceva in una pratica politica antagonista nei confronti dei ruoli che le donne erano state costrette da sempre, almeno nella cultura occidentale, a incorporare. In questo avverbio temporale c’era una lunga storia sociale che si voleva disvelare.

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