Marinai, rinnegati e reietti

 19.00

Cyril Lionel Robert James

pp. 224
Anno 2023 (ottobre)
ISBN 9788869482762

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Collana: . Tag: , , . Product ID: 3734

Descrizione

Cyril Lionel Robert James
Marinai, rinnegati e reietti
La storia di Herman Melville e il mondo in cui viviamo
Postfazioni di Bruno Cartosio e Giorgio Mariani
Nota biografica di Enzo Traverso

Vittima del maccartismo, nel 1952 James fu rinchiuso a Ellis Island in quanto “straniero indesiderato”. In quei mesi scrisse Marinai, rinnegati e reietti, senza dubbio la più sorprendente e originale interpretazione dell’opera di Melville mai pubblicata. Per James, la genialità e la grandezza dello scrittore americano stanno nell’aver saputo cogliere nel suo tempo i primi segni di quella degenerazione della democrazia che è il totalitarismo, nell’averci offerto con Achab un’attenta descrizione “del tipo sociale più pericoloso e distruttivo mai apparso nella civiltà occidentale” e nell’aver prefigurato, attraverso la letteratura, i conflitti sociali generati dalla rivoluzione industriale. Il Pequod, la nave di Moby-Dick, gli appare come un’allegoria della società capitalistica moderna, in cui i marinai sono simbolo del proletariato industriale e il capitano Achab della borghesia, decisa a dominare e controllare la sua creazione demoniaca – la civiltà capitalistica – o a soccombere insieme a essa in una catastrofe generale. Nella lotta contro la balena, Achab era disposto a sacrificare la sua nave e il suo equipaggio, così come la borghesia aveva dimostrato, con Auschwitz e Hiroshima, di essere disposta a distruggere l’umanità intera pur di preservare il proprio sistema di dominio.

Cyril Lionel Robert James, nato a Port of Spain (Trinidad) nel 1901, emigra in Inghilterra nel 1932. Teorico marxista, pioniere del movimento panafricanista, storico, scrittore, critico letterario e specialista di cricket. Nel 1938 si trasferisce negli Stati Uniti, dove scrive, tiene conferenze e organizza le attività del Socialist Worker’s Party. Nel 1953 viene espulso e ritorna in Inghilterra dove continua la propria attività di scrittore e militante fino alla morte, avvenuta a Londra nel 1989. I giacobini neri (1938) è il suo libro più noto (DeriveApprodi, 2006). Per i nostri tipi ricordiamo la traduzione di alcuni suoi scritti raccolti in Non si scherza con la rivoluzione. Marx e Lenin nei Caraibi (2017), a cura di Gigi Roggero.

Rassegna stampa

UN ASSAGGIO

Indice

7 Nota redazionale

9 Introduzione
13 1. Il capitano e l’equipaggio
41 2. La crisi
55 3. La catastrofe
77 4. Finzione e realtà
99 5. Gli intellettuali e la nevrosi
127 6. L’opera, l’autore e il suo tempo
138 7. “Una conclusione naturale ma necessaria”

Appendice

189 Dedica all’edizione del 1978
190 Postfazione all’edizione del 1978
192 Dedica, introduzione e prefazione all’edizione del 1985

Postfazioni e nota bibliografica

197 Il Pequod di Ellis Island: cogenze e reticenze dello scrivere in cattività
di Bruno Cartosio
204 C.L.R. James, Moby-Dick e la Guerra Fredda
di Giorgio Mariani
215 C.L.R. James (1901-1989): intellettuale, storico, militante
di Enzo Traverso


Introduzione

Un centinaio di anni fa Herman Melville ha compiuto un miracolo tracciando in due romanzi, Moby-Dick e Pierre, e in due o tre racconti, un quadro tuttora insuperato del mondo in cui viviamo.
La follia totalitaria che è dilagata nel mondo, prima come nazismo e ora come comunismo sovietico, i grandi movimenti di massa dei lavoratori e le rivolte coloniali, gli intellettuali che annegano nei sogni incestuosi della psicanalisi: ecco il mondo al quale le masse umane si sforzano di dare un senso. A tutto questo Melville dà un ordine, e non parlando di industria, scienza, politica, economia o psicologia, bensì di esseri umani, che vivono come vive la maggior parte degli individui, non attraverso le idee ma attraverso le proprie emozioni, cercando di evitare la sofferenza e la miseria e lottando per la felicità.
Mentre tenevo conferenze su Melville in varie località degli Stati Uniti, ho scoperto che, sollevato il velo dell’amore per i libri, i suoi personaggi sono immediatamente riconoscibili da noi che abbiamo vissuto negli ultimi vent’anni e in particolare nell’ultimo decennio.
Ho scritto tutto ciò che ho voluto. Il libro può comunque essere letto e compreso anche da chi non abbia mai letto una sola pagina dei libri di Melville e credo che questo sia nello spirito di ciò che Melville aveva da dire.
Una buona parte di questo studio è stata scritta a Ellis Island, dov’ero trattenuto dal Dipartimento di Immigrazione. L’isola, come il Pequod di Melville, è un modello in scala ridotta di tutte le nazioni del mondo e di tutti gli strati della società. Le esperienze e le circostanze che hanno accompagnato la mia permanenza in quel luogo hanno talmente approfondito la mia comprensione di Melville e così profondamente influenzato la forma di questo libro, che il resoconto di quanto è avvenuto mi è parso una conclusione non solo naturale ma anche necessaria. Tutto questo si troverà nel settimo capitolo.

C.LR.J.
28 novembre 1952

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