Il corpo del Caribe

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Benedetta Calandra

pp. 285
Anno 2020
ISBN 9788869481574

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Descrizione

Benedetta Calandra
Il corpo del Caribe
Le politiche sulla riproduzione tra Puerto Rico e Stati Uniti (1898-1993)

Ancora poco esplorato nella storia delle relazioni interamericane durante il XX secolo risulta il tema del controllo delle nascite e della popolazione, al crocevia tra interessi pubblici e privati. La ricerca è centrata sulle politiche della riproduzione a Puerto Rico, un contesto marginale nella storiografia americanistica italiana a dispetto della sua singolarità: costituisce uno scenario privilegiato di osservazione dei rapporti tra Stati Uniti e America Latina sin dal 1898. Microcosmo politicamente ambiguo dato il suo status semi-coloniale, lacerato tra un’identità latina e cattolica e la tensione verso il colosso imperiale, l’isola rappresenta un laboratorio sociale sul quale l’amministrazione statunitense esercita precocemente quella “ossessione modernizzatrice” che investirà tutta la regione sottostante.
Attraverso fonti statunitensi e portoricane, questo studio indaga su come, dagli anni Venti agli anni Ottanta del Novecento, diversi attori sociali hanno interagito, negoziato e sono stati coinvolti in intense polemiche su due tematiche che segnano la peculiarità della storia insulare e incendiano il dibattito pubblico: le sterilizzazioni femminili e i primi esperimenti su ingenti dosaggi ormonali al fine di commercializzare le prime pillole anticoncezionali. Scandiscono la narrazione le vicende biografiche di tre donne particolarmente significative per la storia della pianificazione familiare e per quella dell’isola caraibica: Margaret Sanger e Katharine Dexter McCormick, attiviste statunitensi, ed Helen Rodríguez-Trías, dottoressa portoricana tra New York e San Juan.

Benedetta Calandra insegna Storia dei paesi dell’America Latina all’Università di Bergamo. È stata Associate Fellow alla Johns Hopkins University, sais Europe-Bologna Center, dal 2016 al 2018. È membro del Comitato direttivo della Società Italiana di Storia Internazionale. Tra le sue pubblicazioni più recenti: It Is Not a Part of American History That We Are Proud of. Declassification Projects in the United States (1993-2002), in Eugenia Allier-Montaño e Emilio Crenzel (a cura di), The Struggles for Memory in Latin America. Recent History and Political Violence (Palgrave MacMillan, 2015); La guerra fría cultural en América Latina (con Marina Franco, Biblos, 2012); e per i nostri tipi ha curato La guerra fredda culturale. Esportazione e ricezione dell’American Way of Life in America Latina (2011).

Rassegna stampa

UN ASSAGGIO

Introduzione
La scelta del tema

Ancora poco esplorati nella storia delle relazioni tra Stati Uniti e America Latina durante il Novecento sono i processi di controllo delle nascite e della popolazione, tematiche che si collocano in un delicato crinale tra le politiche operate dagli Stati (o altre istituzioni) sulle collettività, e la sfera strettamente individuale della pianificazione familiare. Giustificati a inizio secolo e fino alla Grande Depressione da logiche di tipo eugenico e di modernizzazione sociale, tali processi acquisiscono nuovi significati alla luce degli imperativi di Sicurezza Nazionale durante la Guerra fredda in nome delle logi- che di containment del comunismo e della lotta alla povertà.
Questa ricerca è centrata su alcune vicende che hanno avuto luogo, grosso modo tra gli anni Venti e gli anni Ottanta, nell’isola di Puerto Rico, un contesto sinora trascurato negli studi america- nistici del nostro paese a dispetto della sua singolarità, quella di costituire uno scenario privilegiato di osservazione per le relazioni interamericane sin dalla guerra del 1898, quando entra de facto sotto l’egida statunitense. Microcosmo politicamente ambiguo da- to il suo status semi-coloniale, costantemente dibattuto tra un’identità latina, meticcia e cattolica e la tensione verso il grande vi- cino wasp (white anglo-saxon protestant), il contesto portoricano è stato letto dalla storiografia esistente come una sorta di laboratorio di pratiche imperiali, precocemente applicate nell’isola e successivamente esportate nel resto dell’area egemonica nordamericana. L’isola caraibica costituirebbe, inoltre, un terreno di attuazione ideale di quella sorta di “ossessione modernizzatrice” che investirà l’amministrazione statunitense nei confronti di tutta la regione latinoamericana: un precedente significativo per tutta l’area, da lì la sua rilevanza specifica.
Nel volume s’intende quindi indagare su come, relativamente alle controverse politiche di controllo della riproduzione tra Puer- to Rico e Stati Uniti, una pluralità di attori sociali (sia statunitensi sia insulari) abbiano interagito, negoziato e, in alcuni casi, anche dato adito a intense polemiche.
L’interesse per questo specifico oggetto di studio è maturato nel corso degli anni, a partire dalla primavera del 2010. con alcuni colleghi latinoamericani, ci eravamo riuniti in un seminario internazionale organizzato all’Università di bergamo per discutere sul tema della “guerra fredda culturale” tra le due Americhe1. Da un collega portoricano, nazionalista convinto con sentimenti di forte ambivalenza nei confronti del vicino statunitense, per la prima volta in assoluto avevo sentito esporre considerazioni molto accese sulla questione – come si è detto, quasi sconosciuta al pubblico italiano, a cui appunto questo testo si vuole rivolgere. Nella versione dei fatti da lui riportata, le donne insulari sembravano aver subito diversi tipi di trattamenti diretti alla contraccezione, finalizzati al controllo della popolazione e inerenti a una public policy inconfutabilmente “calata dall’alto” dalla potenza nordamericana.

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