I manifesti delle avanguardie artistiche latinoamericane (1920-1935)

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a cura di Erminio Corti

pp. 266
Anno 2019
ISBN 9788869481116

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Descrizione

I manifesti delle avanguardie artistiche latinoamericane (1920-1935)
a cura di Erminio Corti

A un secolo dalla nascita dei primi movimenti avanguardistici, il fenomeno dell’“arte nuova” in America Latina suscita ancora oggi interesse tra gli specialisti della letteratura e delle arti figurative moderne ispanoamericane. Il volume, che raccoglie trentaquattro manifesti programmatici dei principali movimenti sviluppatisi tra le due guerre mondiali nel mondo latino americano, si rivolge non soltanto ai ricercatori del settore, ma agli studenti universitari e agli studiosi interessati ad approfondire i fondamenti estetici degli avanguardismi storici latinoamericani. I documenti proposti, di rilevanza nazionale e internazionale, sono in prevalenza riconducibili alle avanguardie letterarie; non mancano i manifesti di gruppi che, nel contesto di un rinnovamento radicale della cultura, chiamano in causa anche l’ambito delle arti figurative. I testi originali e le traduzioni italiane, corredate di note, sono preceduti da un’articolata introduzione che fornisce il quadro storico-culturale entro cui tali movimenti si sviluppano.

Erminio Corti insegna Lingua e Letterature Ispanoamericane presso l’Università degli Studi di Bergamo. Si è occupato di letteratura bilingue dei messicoamericani, di studi comparati tra le letterature anglo e ispanoamericane dal Modernismo a oggi, di movimenti d’avanguardia latinoamericani e di ecocritica. Tra i volumi pubblicati dall’autore: Da Aztlán all’amerindia (1999), Da Faulkner a Onetti (2004), Borges, Onetti, García Márquez (2004).

Rassegna stampa

UN ASSAGGIO

Premessa

Questo volume raccoglie in ordine cronologico i testi originali e le traduzioni annotate di trentaquattro manifesti e appelli elaborati dalle avanguardie artistiche latinoamericane nell’arco temporale compreso tra le due guerre mondiali. Preceduti da una sintetica introduzione di carattere generale che ha solo la funzione di contestualizzarli sul piano storico-culturale, i documenti proposti sono stati selezionati da un corpus ben più vasto. I criteri essenziali adottati per questa scelta sono stati tre: la loro dichiarata matrice collettiva – che ha portato a escludere dall’antologia i programmi formulati in termini espressamente individuali (il caso più emblematico è costituito dai testi fondativi del creazionismo, scritti da Vicente Huidobro) –, il periodo storico nel quale apparvero – precedente gli anni Quaranta – e la rilevanza che a livello nazionale e internazionale ebbero dal punto di vista del rinnovamento estetico e culturale. Si tratta di manifesti in prevalenza riconducibili a movimenti di matrice letteraria, ma non mancano i proclami di movimenti che, nel contesto di un rinnovamento radicale della cultura, coinvolgono in modo sinergico anche il settore delle arti figurative.
A un secolo dalla nascita dei primi movimenti avanguardisti, il fenomeno dell’“arte nuova” in America Latina non è ancora stato del tutto indagato e suscita ancora oggi interesse tra gli specialisti della letteratura e delle arti figurative moderne, come del resto testimonia la bibliografia selettiva che chiude il volume. L’auspicio è che la traduzione dei manifesti qui presentati possa essere un contributo utile per i lettori e gli studiosi italiani interessati alle avanguardie storiche, in modo particolare per coloro che intendano svolgere ricerche di carattere comparativo nel panorama internazionale estese anche al subcontinente latinoamericano.
Per il sostegno e i consigli preziosissimi desidero qui ringraziare, come sempre, l’amico e collega Fabio Rodríguez Amaya. Grazie anche a Marina Dossena, Presidente del Corso di laurea magistrale in Lingue e letterature europee e panamericane dell’Università di Bergamo, che ha creduto nel Laboratorio di traduzione da me coordinato, nonché a Stefano Rosso e a tutta la redazione della rivista “Ácoma”.
Un ringraziamento speciale al Prof. Orlando Goletti e ai suoi collaboratori per avere mirabilmente rimesso in sesto il mio secondo cervello.